Malattie infettive
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Le schede di intervento sono state elaborate sulla base delle evidenze presenti in letteratura, della trasferibilità, fattibilità, sostenibilità e costo-opportunità.
Le malattie infettive sono a tutt’oggi una delle più rilevanti cause di malattia, disabilità e morte nel mondo. Vicino alle conoscenze ormai consolidate sull’epidemiologia e sulle strategie di prevenzione, esistono nuove realtà, quali il ruolo dei cambiamenti climatici sul rischio di emergenza e/o riemergenza di malattie infettive, anche eliminate o apparentemente sotto controllo, o quello dell’alfabetizzazione sanitaria della popolazione. La globalizzazione e la frequenza e velocità degli spostamenti di merci e persone favoriscono la diffusione di microorganismi, quali virus o batteri, con potenziale rischio elevato di esportazione tra Paesi anche geograficamente distanti.
La diffusione di nuovi agenti infettivi (virus Ebola, SARS-CoV-2) impatta pesantemente sulla sostenibilità dei sistemi sanitari, come ha dimostrato la recente diffusione del coronavirus (SARS-CoV-2). La trasmissione di quest’ultimo ha determinato la necessità della dichiarazione dello stato di emergenza internazionale da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e il conseguente richiamo alla necessità di applicare misure adeguate per contrastarne i rischi per la salute pubblica. Questo ha sottolineato l’esigenza del rafforzamento degli interventi di prevenzione, individuati in base alla loro efficacia e offerti in modo tempestivo e omogeneo alla popolazione.
Il contrasto alla diffusione delle malattie infettive richiede un complesso integrato di interventi che comprendono, in varia misura: la corretta informazione e educazione dei soggetti, l’alfabetizzazione sanitaria della popolazione, la promozione della immunizzazione attiva e la profilassi dei soggetti esposti, la tempestività e la qualità delle diagnosi, l’appropriatezza e la completezza dei trattamenti terapeutici, il monitoraggio degli esiti degli interventi e dei loro eventuali eventi avversi.
Le infezioni sessualmente trasmesse (IST)
Le IST costituiscono un gruppo di malattie infettive molto diffuse che interessano, a livello globale, milioni di individui ogni anno e la loro prevenzione rappresenta oggi uno degli obiettivi più importanti di sanità pubblica. I giovani tra 15 e i 24 anni rappresentano la fascia di età molto più esposta allo sviluppo di queste patologie.
Come riporta l’Oms, oggi si conoscono oltre 30 diversi patogeni, tra batteri, virus, protozoi, e parassiti, responsabili di Ist.
Le infezioni sessualmente trasmissibili più frequenti sono:
- clamidia
- condilomi
- gonorrea
- herpes genitale
- sifilide
- HIV
L’incidenza delle IST nel mondo è in continuo aumento, grazie anche alla maggiore mobilità e all’aumentata tendenza ad avere rapporti sessuali con più partners. Secondo l’OMS, ogni anno, a livello globale, sono circa 357 milioni le nuove infezioni di cui 1 su 4 rappresentate da: clamidia, gonorrea, sifilide e tricomoniasi.
Una adolescente su 20 presenta un’infezione batterica acquisita per via sessuale, e l'età in cui tali infezioni si presentano sta diventando sempre più bassa. Si stima che più di 500 milioni di persone abbiano un'infezione genitale dovuta a virus herpes simplex (HSV). Oltre 290 milioni di donne hanno un’infezione da papillomavirus umano (HPV), una delle IST più letali (fonte Ministero della Salute)
Le IST sono molto spesso asintomatiche, favoriscono l'acquisizione e la trasmissione dell'HIV, possono comportare gravi sequele e complicanze (in caso di mancata o errata diagnosi e terapia), quali: sterilità, gravidanza ectopica, parto pretermine, aborto, danni al feto e al neonato, tumori.
La prevenzione delle IST e la promozione di comportamenti sessuali responsabili costituiscono di conseguenza un importante obiettivo di sanità pubblica.