Efficacia degli interventi psicosociali per ridurre l'utilizzo di stimolanti di tipo anfetaminico
A cura di Patrizia Brigoni, Università del Piemonte Orientale, Dipartimento di Medicina Traslazionale
Come sottolinea l’Osservatorio Europeo MCDDA, l’Europa è storicamente un mercato di produzione e consumo di droghe stimolanti quali anfetamine, metanfetamine ed ecstasy. Le indagini dell’Osservatorio, che raggruppano anfetamine e metanfetamine e sono condotte da 25 Paesi dell'UE tra il 2016 e il 2022, suggeriscono che 1,3 milioni di giovani adulti hanno fatto uso di anfetamine nell'ultimo anno. Le stime del consumo di metamfetamine ad alto rischio variano da un Paese all'altro e vanno dallo 0,37 per 1.000 abitanti di Cipro al 5,22 per 1.000 della Repubblica Ceca, con il 2,9 per 1.000 della Slovacchia.
Per quanto riguarda l'ecstasy (MDMA), le indagini condotte da 26 Paesi dell'UE tra il 2015 e il 2022 suggeriscono che 1,8 milioni di giovani adulti hanno fatto uso di MDMA nell'ultimo anno, mentre si stima che il 2,0% di coloro che hanno tra i 15 e i 24 anni abbiano fatto uso di MDMA nell'ultimo anno.
La principale proprietà di queste sostanze stimolanti consiste nell'aumentare lo stato di vigilanza e la resistenza alla fatica; esse inducono tolleranza e dipendenza fisica, ma soprattutto psichica. L'uso di anfetamine è un problema globale a causa dell'aumento dell'uso e dei danni al benessere fisico, mentale e sociale.
Una recente revisione di letteratura descrive e valuta l’efficacia degli interventi piscosociali per prevenire l’utilizzo di Anfetamine, Metanfetamine ed Ecstasy e prevenire gravi problemi di salute mentale o problemi legati ai comportamenti a rischio quali le malattie sessualmente trasmesse.